Il primo fu Andersen, Hans Christian, ovvio: in prima elementare ci sono andata avendo già nel cuore la Sirenetta (e mal me ne incolse poi, ma vabbè).
Poi ci fu Jo March e le sue sorelle, le Piccole Donne per le quali cominciò a radicarmisi in mente l’idea di scrivere. Per tenere fede alla mia promessa a Jo, sono sfilati quasi 40 anni da cronista e deskista, dall’offset ai social (e non sono ancora finiti, perché quando vedi che c’è una storia da raccontare, il lavoro del giornalista prende il sopravvento su tutto).
E poi, i libri. Mi piace indagare la storia appena dietro di me, da cronista che racconti, con il respiro che ti garantisce qualche decennio messo tra te e i fatti che vuoi raccontare: fatti che non sono sempre chiari, persone che non hanno avuto la voce per raccontarsi e dire la loro, semplicemente fatti, luoghi e nomi che devono avere il loro posto nel mondo.
Per questo scrivo, per questo continuerò a farlo.
Ci sono sempre lavori in corso.
C’è sempre un mondo da raccontare.
Un po’ lo farò anche qui.
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