Scordatevi i fiori, togliete le sciarpe (tricolori)

Marco Bucci ascolta le opposizioni in Sala Rossa l’8 maggio 2018

La Sala Rossa di Palazzo Tursi, sede del consiglio comunale genovese, oggi è impallidita. Nessuno ha buttato l’acido sul tessuto rosso delle poltrone – chissà, magari a qualcuno piacerebbe ritappezzarle in un bel verde acceso – ma quanto si è sentito, dal sindaco Marco Bucci ai banchi della maggioranza, sulla vicenda della sciarpa tricolore indebitamente (o no?) indossata da un consigliere a cui non dispiacciono le idee fasciste della Repubblica Sociale Italiana per andare a omaggiare i morti di Salò, avrebbe sbiancato ben altri colori purpurei.

Leggerezza, pressapochismo, sufficienza, bene o male disprezzo della storia, ma anche del diritto quanto delle convenienze, hanno impedito a Marco Bucci di prendere ufficialmente, apertamente, le distanze da quella sciarpa malamente figurante sul fianco di Gambino. Con un vicesindaco dello stesso schieramento- Fratelli d’Italia – d’altronde, come fai? Con un capogruppo che è lo stesso che si è trovato con una piroetta ad animare i cortei anti migranti a Multedo e poi a difendere i cittadini che avevano fatto ricorso contro l’arrivo dei richiedenti asilo (peraltro perdendo clamorosamente la causa)? Peraltro il suddetto avvocato Campanella ha pensato bene, per difendere Gambino, di prenderla larghissima: i genovesi hanno scelto il centrodestra, ha spoegato, perché guarda al futuro e alla Genova meravigliosa, tanto è vero che c’è stato il successo di Euroflora, e la sinistra guarda al passato e per questo tutto andava male.

Era tanto che non seguivo un consiglio comunale genovese ma, devo ammetterlo, mai, almeno da metà anni ’80 – e sì che se ne sono viste delle belle, lì dentro – avevo sentito un intervento pronunciato da un marziano.

Ma il problema vero è che lo stesso Bucci, dopo queste scuse abbastanza generiche, peraltro vanificate dall’essere andato a stringere la mano a Gambino, a fine intervento, ha pensato bene di prendere di nuovo l’argmento Euroflora come l’elemento chiave della Genova bella e vincente: si vede che anche lui, come Campanella, a scuola andava per farfalle , invece che restare sul tema.

No, stavolta nessun grazie per i fiori. Tantomeno per la sciarpa. Quando di mezzo c’è l’antifascismo, nessuno può andare per farfalle. E il fuori tema del sindaco ha sbiancato i colori del gonfalone e la sua medaglia d’oro di Genova città della Resistenza.

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